L’indice di resa cromatica (CRI) è un valore numerico che riassume la capacità di una sorgente luminosa, come una plafoniera LED, di rendere i colori rispetto alla luce naturale (CRI=100). Questa misura tiene conto della risposta dell’occhio umano.
Come si calcola il CRI
Il valore CRI di una sorgente luminosa si calcola confrontando l’aspetto di un determinato campione di colore con quello della stessa gamma di colori alla luce naturale o con una luce standardizzata della stessa temperatura di colore che funge da riferimento. Per le temperature di colore fino a 5000K si utilizza un corpo nero, mentre per temperature superiori si utilizza la luce diurna. Con i risultati di ogni campione si fa una media aritmetica che definirà la capacità globale della nostra sorgente di riprodurre i colori senza distorcerli.
Nome | Aspetto sotto la luce del sole | Colore | |
TCS01 | R1 | Rosso verdastro chiaro | |
TCS02 | R2 | Giallo scuro grigiastro | |
TCS03 | R3 | Verde giallastro intenso | |
TCS04 | R4 | Verde giallastro chiaro | |
TCS05 | R5 | Verde bluastro chiaro | |
TCS06 | R6 | Blu chiaro | |
TCS07 | R7 | Viola chiaro | |
TCS08 | R8 | Lilla rossastro chiaro |
Se c’è qualcosa che dobbiamo tenere presente è che l’indice di resa cromatica è una media delle prestazioni della sorgente luminosa da un punto di vista strettamente colorimetrico e non tiene conto dello spettro della luce emessa. Ciò significa che due lampadine con lo stesso valore CRI potrebbero non rappresentare i colori degli oggetti allo stesso modo, soprattutto se di produttori diversi.
Utilità dell’indice di resa cromatica
Il vantaggio principale di conoscere questa misura è quello di poter valutare quantitativamente la qualità di una lampadina e confrontarla con altre. In generale, cercheremo che l’indice di resa cromatica (CRI) della nostra sorgente luminosa sia almeno pari a 80. Tuttavia, in applicazioni specifiche, come negozi o showroom, è consigliabile utilizzare valori anche superiori a 90, come nel caso delle lampade a sospensione della serie Alabama.
Altri indici per misurare la qualità della luce
Il CRI, pur essendo il più diffuso, non è l’unico metodo disponibile per valutare come una sorgente luminosa rappresenta i colori. Attualmente, possiamo evidenziare soprattutto il CQS e il TLCi, che spiegheremo di seguito:
Scala di qualità del colore (CQS)
Sviluppato dal NIST (National Institute of Standards and Technology) per compensare alcuni dei problemi del CRI, di fatto ne è una modifica. Questo sistema utilizza campioni di colore più saturi e utilizza il valore quadratico medio dei campioni invece della media aritmetica.
TLCI (Indice di coerenza dell’illuminazione televisiva)
Sostituisce la risposta dell’occhio umano con quella di una telecamera e utilizza un campione di colori più ampio. Anche il TLCI varia fino a 100 e indica se sarà necessaria una correzione del colore del filmato.
TLCI | Correzione |
---|---|
85 – 100 | Non necessaria |
70 – 85 | Semplice |
50 – 70 | Complesso |
25 – 50 | Complesso. Non avrà comunque un bell’aspetto |
<25 | Impossibile da correggere |
In sintesi, l’indice di resa cromatica di una sorgente luminosa ci dice quanto bene riproduce i colori degli oggetti. Più alto è questo valore, più naturali appariranno i colori visualizzati.